Una strana carovana è stata vista girare per il centro di Trento nel pieno della frenesia natalizia: i ribelli di Extinction Rebellion Trentino hanno trasformato 15 biciclette in “slitte di Babbo Natale” che portavano regali particolari: “pre-amati”, senza imballaggio, con in bella vista solo un bigliettino con la scritta“Regalo liberato” ed un albero di Natale con il simbolo del riciclo al posto della stella.
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“Regali liberati” nel centro di TrentoUna strana carovana è stata vista girare per il centro di Trento nel pieno della frenesia natalizia: i ribelli di Extinction Rebellion Trentino hanno trasformato 15 biciclette in “slitte di Babbo Natale” che portavano regali particolari: “pre-amati”, senza imballaggio, con in bella vista solo un bigliettino con la scritta“Regalo liberato” ed un albero di Natale con il simbolo del riciclo al posto della stella. La dedica interna al bigliettino diceva: “
Questo è un regalo liberato dai lacci del consumismo e della logica dell’usa e getta, donato con il cuore e non con il portafoglio.”
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Con le loro biciclette, allestite con cestini e portapacchi e addobbate da cartelloni con slogan come “
All I want for Xmas is climate action”, gli attivisti del gruppo trentino di Extinction Rebellion si sono diretti verso Piazza Fiera, il luogo del consumo per eccellenza a Trento in queste settimane, per la presenza dei frequentatissimi mercatini di Natale.
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I ribelli hanno successivamente attirato l’attenzione dei passanti, intenti alle compere natalizie, con una piccola performance teatrale e li hanno invitati a prendere liberamente i “regali liberati”: molta gente è stata felice di poter prendere un cappello, una sciarpa, un maglioncino, dei guanti, usati ma in ottimo stato, per sé o per condividerli con una persona cara a Natale.
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Il riscontro è stato molto positivo, ci sono stati episodi di abbracci spontanei tra vecchi e nuovi proprietari, sorrisi di riconoscenza da parte di persone che per la prima volta accettavano un dono “pre-amato” da qualcun altro, soddisfazione di qualcuno che fra i cestini ha trovato proprio quei guanti strani che stava cercando… Anche molti vestitini da bambino, indossati poche settimane, hanno trovato dei nuovi bimbi da coccolare.
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Una portavoce del gruppo spiega il senso dell’azione: “L’ottica consumista continua a spingere all’acquisto compulsivo di oggetti che rispondono a bisogni indotti da un mercato ipertrofico, basato sulla crescita infinita e noncurante dei rischi e dell’impatto ambientale che provoca, dalle foreste dell‘Amazzonia fino alle valli del Trentino Alto-Adige, solcate da un groviglio sempre più denso di infrastrutture.
Volevamo mostrare un’alternativa alla corsa frenetica per l’ultimo regalo di Natale: la condivisione, lo scambio, il riuso. L’idea di fondo è che per un Natale più ecologico occorre consumare meno, ribellarsi allo spirito consumistico e non contribuire all’eccesso di produzione, tenendo ben presente il suo impatto ambientale. La produzione, l’assemblaggio e la dismissione come rifiuto di un nuovo bene di consumo costa all’ambiente:
non compriamo, condividiamo! Il settore tessile in particolare, saturato dalla produzione di miliardi di vestiti che finiscono quotidianamente al macero in quantità impressionanti, è uno di quelli più inquinanti, pari a quello dei trasporti!
Dovremmo smettere oggi di comprare vestiti nuovi, quasi tutto quello che indossiamo deriva da filiere altamente inquinanti, basate su deforestazione e distruzione degli ecosistemi, e che si reggono sullo sfruttamento di manovalanza a bassissimo costo; le micro-fibre sintetiche sono una delle maggiori cause di inquinamento del mare, e la filiera tessile è responsabile dello sfruttamento brutale degli animali dai quali derivano le fibre naturali di cui sono fatti gran parte dei nostri capi invernali.” Dal maggio 2019 una branca di Extinction Rebellion (
#XR52) che si occupa della filiera del fashion e dei danni che essa fa al Pianeta, sta promuovendo un boicottaggio globale dei tessili nuovi di 52 settimane
[1].
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Da dove si può cominciare per smettere di comprare capi nuovi? Prima di tutto affidarsi maggiormente alla pratica dello scambio (swap parties e negozietti di scambio sono presenti capillarmente, anche in provincia di Trento), comprare capi di seconda mano ai mercatini dell’usato o ancora, imparare a fare upcycling, cioè rimaneggiare, in modo semplice, vecchi capi, combinandoli fra loro ad esempio, per ovviare a strappi o macchie rendendoli più belli del capo di partenza (è possibile fare dei corsi in diversi laboratori artigianali, come “El Costurero” di Trento).
Articolo a cura del Gruppo Stampa Extinction Rebellion Trentino (contatto: 3292480942)
[1] Per approfondire si veda qui:
https://extinctionrebellion.it/notizie/2019/10/28/A-fianco-di-chi-boicotta-pacificamente/